DIVAGAZIONI CONTROVENTO
DIVAGAZIONE n° 1
È un paradosso: ormai "esiste" solo quello che si può trovare in rete, quindi in forma del tutto virtuale.
Qualunque soggetto e oggetto, per quanto concreto e reale, che non transiti su Internet non esiste e non è mai esistito.
Chi non si è adeguato ne paga lo scotto in termini di invisibilità.
Tutto va fatto personalmente, o meglio: deve sembrare fatto personalmente, da qui la figura del "Social Manager" per chi non ha né tempo né voglia di occuparsene.
Io stessa ho potuto fare l'esperienza di curare le pagine Social di una Private Press.
Anche siti Internet e blog sono inefficaci se non sono collegati ad una qualche piattaforma social alla quale, chiunque tenga ad un minimo di visibilità, non può fare a meno di aderire.
Anche siti Internet e blog sono inefficaci se non sono collegati ad una qualche piattaforma social alla quale, chiunque tenga ad un minimo di visibilità, non può fare a meno di aderire.
Intendiamoci le relazioni dirette e personali sono ancora indispensabili per i riscontri "concreti" di mercato e professionali, ma per molti sedicenti artisti che tutto rimanga puramente virtuale non fa alcuna differenza.
DIVAGAZIONE N°2
Il numero record di partecipanti al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia ancora in corso, sono stati selezionati con una "Call" rivolta a una platea estesa ed eterogenea.
La Call, che doveva essere un punto forza dell’organizzazione al passo coi tempi, ha rivelato tutte le sue insidie con esito deludente.
La curatela ha abdicato e invece di dedicarsi ad un lavoro critico di conoscenza, ricerca, selezione e scelte, ha preferito un approccio "dal basso" con una forma di democrazia partecipativa che ha portato a Venezia chiunque abbia risposto alla call, tutti acriticamente sullo stesso piano.
La curatela ha abdicato e invece di dedicarsi ad un lavoro critico di conoscenza, ricerca, selezione e scelte, ha preferito un approccio "dal basso" con una forma di democrazia partecipativa che ha portato a Venezia chiunque abbia risposto alla call, tutti acriticamente sullo stesso piano.
Dal confronto avuto con diversi artisti che hanno scelto di restare fuori dal circolo degli "amici" dei "followers" dei "like" e delle “call”, mi pare di aver capito che non vi siano motivazioni etiche, ma "semplicemente" caratteriali (anche se tutto quel che riguarda il "carattere" individuale non è mai così semplice).
Al dunque: è per dare un minimo di dignità di esistenza che rivolgo uno sguardo al passato, a coloro che esistevano e lavoravano prima di Internet e continuano ad esistere e lavorare anche se non sono presenti sulle piattaforme Social.
Uno sguardo al passato, non per nostalgia, ma per il piacere di quella qualità che è divenuta rara nell'arte dell'incisione contemporanea italiana.
Non è ancora "Storia” (e forse non entrerà mai a fare parte), è solo cronaca di un passato cronologicamente non molto lontano, ma paragonato al presente appartiene già ad un'altra epoca.
DIVAGAZIONE n° 3
L'edizione che presentiamo è stata scelta perché il suo titolo si prestava ad evidenziare le contraddizioni già esposte e anche perché è stata recentemente acquisita dal Gabinetto delle Stampe del Museo Civico “Le Cappuccine" del comune di Bagnacavallo.
"ControVento" è una serie di Vénti (20) acqueforti di 20 x 20 centimetri, incise su zinco da Vincenzo Piazza dal 1992 al '96, dedicate ai Vènti (nel senso atmosferico).
Erano i primi anni novanta del secolo scorso, pochissimi usavano Internet e non esistevano i Social. Trent'anni dopo è un continuo susseguirsi di “Call” per rassegne “20 x 20”. Cosa vuol dire? Proverò a capirlo con un prossimo post, frattanto ciascuno si dia la risposta che preferisce.
Tornando alla “nostra” serie, oltre ad una tiratura variabile per i diversi soggetti, è raccolta in un volume stampato su carta Graphia avorio, di formato 35 x 35 cm, con indice e colophon incisi anch'essi manualmente ad acquaforte, rilegato artigianalmente presso i Laboratori dell'Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, con copertina rigida rivestita di pergamena con angoli e dorso in pelle di vitello e nervature a vista.
Vènti che scuotono la natura…
La Serie è stata oggetto di diverse mostre accompagnate da un omonimo catalogo con testi di Aldo Gerbino, Nicola Arnoldo Manfredi e Vinny Scorsone.
C'è una domanda che mi assilla costantemente: se l'arte debba essere atemporale, cioè non condizionata dalla contemporaneità e trattare solo temi universali o l'intima espressione del singolo artista, oppure se debba essere strettamente correlata ai caratteri e alle tensioni del preciso momento storico nel quale si realizza. Ritengo che vi siano almeno due ostacoli ad una risposta univoca: il primo sta nella difficoltà di definire questa nostra complessa e poliedrica contemporaneità; per il secondo credo che si tratti di quel tipo di domande che - come per “le otto montagne” oppure “il suono di una mano sola” - non hanno una risposta corretta e una sbagliata, ma qualunque risposta serve solo a definire chi è chiamato a rispondere e personalmente non credo di essere ancora pronta per auto-definirmi.