Il 27 Aprile 2019, in occasione della Giornata Mondiale del Disegno, nella pagina FB "Architettura Incisa" fu pubblicato un post dal titolo "Taccuinite". Nella medesima ricorrenza ri-proponiamo quel post a firma di Alberto Randisi premettendo una breve considerazione.
I taccuini, soprattutto nella forma dei taccuini di viaggio, sembrano divenuti un genere artistico specifico, con mostre appositamente dedicate.
Non è da meno la diffusione degli “sketchcrawl”, periodici raduni di amanti dello schizzo urbano che si danno appuntamento per disegnare insieme con successiva condivisione sui Social e basta digitarne l'hashtag per aggregare migliaia di risultati.In ambedue i casi, la qualità grafica media è eccellente, ma, per quanto lo schizzo appaia estemporaneo, ne ricavo l'impressione che, il più delle volte, si tratti di una spontaneità artefatta.
Invece qui vogliamo prendere in considerazione i taccuini come spazio di registrazione del pensiero, supporto per annotare idee, osservazioni, considerazioni, spunti... che (forse) avranno uno sviluppo o resteranno solo a futura memoria di chi li ha realizzati. Va inoltre precisato che, per gli esempi intervallati in questo post, non si tratta di una forma di reazione rispetto alla digitalizzazione pervasiva che comporta un’osservazione fugace e distratta di ciò che ci sta intorno, in quanto tutti gli autori sono artisti e architetti che da sempre si accompagnano con un taccuino per le loro quotidiane annotazioni.
Uno dei taccuini più antichi, di età medievale, pare sia quello di Villard de Honnecourt (1200 - 1250) nel quale l’architetto francese ha annotato edifici, particolari costruttivi, attrezzi da cantiere e luoghi visitati.
Qui ed ora non vogliamo ripercorrere la storia dei taccuini che, più per un percorso evolutivo, si caratterizza per alcuni illustri esempi.Passiamo quindi la parola al divertissement elaborato da Alberto Randisi.
TACCUINITE «"La "Taccuinite" è una di quelle patologie rare poco indagata dai ricercatori scientifici.Non è ancora stato appurato come si contragga, se abbia origine virale, se si tratti di una malformazione genetica e, soprattutto, se sia contagiosa.
Al momento non esistono vaccini, né farmaci, né protocolli clinici.
Apparentemente asintomatica non presenta caratteristiche esteriori rilevabili, coloro che ne sono affetti sono in grado di usare qualsiasi tipo di "device" informatico (computer, smartphon, tablet...) senza limitazioni, ma sono soggetti a crisi periodiche durante le quali hanno la necessità di uscire dalla tasca o dalla borsa un Taccuino (da cui il nome della patologia), penna e/o matita (nei casi più gravi anche pastelli, pennarelli colorati, acquerelli...) e abbandonarsi alla turpe pratica di disegnare manualmente.
Generalmente tutto avviene in privato, ma può manifestarsi anche pubblicamente, perfino collettivamente nei cosiddetti “sketchcrawl”, periodici raduni di amanti dello schizzo urbano che si danno appuntamento per disegnare insieme all’aperto.
La problematica ci sta a cuore perché la maggior parte dei nostri conoscenti sono affetti da "Taccuinite" in forma cronica.
Sono ben noti i casi storici: i "Codici" di Leonardo, i "Carnets" di Le Corbusier, i "Quaderni Azzurri" di Aldo Rossi... solo per citarne alcuni a caso, qui ci limitiamo a segnalare i casi clinici particolarmente gravi di alcuni artisti e architetti che sentiamo più vicini.»