MASKS

In questo post ospitiamo il contributo di Alberto Randisi relativo alla recente pubblicazione dell'architetto Brunetto De Batté.


Mascherare = coprire, nascondere, anche in senso figurato: dissimulare il proprio carattere e i propri sentimenti…

Figure antropomorfe grottesche, elementi e strutture architettoniche in simbiosi… Nella raccolta "Masks" (a cura del Lab. DS, pp. 50, Genova 2024) dell'architetto Brunetto De Battè, chi o cosa si maschera?



Anche in architettura le parole sono lo strumento per coprire e/o rivelare la propria identità, ma nella raccolta "Masks" non vi sono parole, a parte una didascalia in forma di "hashtag": Presenze,

Morfomutazioni, Quaderni, Visioni, Vestizioni, Orizzontiland, Follie…


Dalla psicanalisi più spicciola sappiamo che, a volte, è necessario mascherarsi per riuscire a svelarsi agli altri e le maschere di De Batté sono un altro modo per ricollocare l’architettura in un più vasto ambito culturale intersecando territori tradizionalmente extradisciplinari (letteratura, arte, cinema, musica…).


La raccolta inizia con un "autoritratto" del 1975 e attraversa l'ultimo mezzo secolo fino ad una serie di recenti disegni del 2024.


Si possono anche cogliere riferimenti a "tendenze" architettoniche, ma c'è, soprattutto, uno "stile" di pensiero che insinua il dubbio di non sapere se si stia parlando sul serio o per gioco.



Più dell'architettura costruita, o come progetto finalizzato alla costruzione, ci interessano i punti di vista divergenti, laterali, marginali… che osservano con sguardo curioso.

Sono proprio i disegni che più si discostano dal senso letterale delle cose, che più  si discostano dalla tematica architettonica che aprono parallelismi spiazzanti e paragoni inesplorati, che spingono ad indagarne le connessioni interne, a cercare di cogliere i riferimenti e le allusioni… ma c'è sempre qualcosa di originale che supera il già visto e le mode e resta inafferrabile.




Come nelle altre precedenti raccolte, anche "Masks" si conclude con una postfazione fotografica di Giovanna Santinolli.

[A. R.]