MASCHILITÀ

Non ricordo come sono venuta in possesso di questo libro, forse era tra quelli prelevati dalla casa di campagna e quindi in precedenza appartenuto a mio nonno? Non so!
Pubblicato da Vallecchi nel 1932 come volume XIV delle opere di Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 –  8 luglio 1956), raccoglie scritti tra il 1909 e il 1914 pubblicati in precedenza chissà dove, probabilmente qualcuna delle riviste da lui fondate.

Papini aveva capito tutto dell'establishment culturale nei diversi campi - letteratura (soprattutto), arte, musica, filosofia, istruzione… - e ne aveva scritto polemizzando con tutti e quindi prendendosela innanzitutto con se stesso.

«Son costretto a odiare tante cose che nel mio petto s'è formata una smisurata provvista d'amore…»

Establishment, come ho potuto usare una tale parolaccia? Papini l'avrebbe detestata.

Solo qualche desueta forma ortografica ne data l'epoca, nella sostanza potrebbe essere stato scritto oggi o anche nell'antica Grecia, perché cambiano i mezzi, i media, ma intellettuali e artisti perseverano nei loro vizzi che sono anche i nostri.

«Lasciate che sgorghi dal mio cuore di lupo sentimentale una,preghiera che troppe volte è salita ai miei labbri in questi giorni. Lasciare ch'io preghi, almeno una volta, per tutti gl'imbecilli del mondo!» (Preghiera per l'imbecille, 1913).



"La tradizione italiana" del 1911 sembra raggiungere profondità abissali rispetto all'analoga discussione attuale.

Se lo si ristampasse oggi che riscontro potrebbe avere?

Suggerimento per qualche piccolo editore con velleità trasgressive.