UNA COPERTINA #K.100

Il 3 Giugno di quest'anno saranno cento anni dalla morte di Franz Kafka (Praga, 1883 – Kierling,1924). C'è l'intenzione di omaggiare il grande scrittore ceco postando, nel corso dell'anno, brevi considerazioni, alimentando l'interesse di questo blog per la relazione tra letteratura e arte, ovvero tra scrittura e immagine.


Le prime edizioni pubblicate da Kurt Wolff (3 marzo 1887 – 21 ottobre 1963) si presentavano con una copertina rigida nera e, incollato, un semplice tassello colorato riportante autore, titolo ed editore.

Nel 1915 l'editore di Lipsia aveva annunciato l'uscita di una collana dedicata ai «Nuovi narratori tedeschi», che programmaticamente avrebbe dovuto creare, in forma di libro illustrato, un legame estetico tra scrittura e immagine, grazie alle litografie di copertina realizzate dallo scenografo e grafico Ottomar Starke.

Anche a Kafka fu prospettata un'illustrazione di Starke per "La metamorfosi" che rifiutò, tuttavia, per venire incontro al desiderio dell'editore, ecco cosa scrive in una lettera del 25 ottobre 1915: «Stimatissimo Signore, Lei mi ha scritto di recente che Ottomar Starke farà  un disegno per la copertina della "Metamorfosi". La cosa mi ha provocato un lieve sgomento, forse del tutto superfluo, visto che conosco questo artista per le sue illustrazioni in "Napoleon". Ma mi era venuto in mente che, essendo Starke un illustratore magari potrebbe voler raffigurare l'inserto. Non lo può disegnare. E non lo si può nemmeno mostrare da lontano. Se non ci fosse mai stata una simile intenzione e la mia richiesta risultasse dunque ridicola, tanto meglio. Le sarei molto grato se Lei volesse trasmettere e appoggiare la mia richiesta. 

Se posso permettermi di avanzare proposte per una illustrazione, sceglierei scene di questo genere: i genitori e il procuratore davanti alla porta chiusa, o ancor meglio i genitori e la sorella nella stanza illuminata, con la porta aperta che dá sulla stanza attigua immersa nell'oscurità.»

Stante le soluzioni grafiche adottate dopo la morte di Kafka, c'è da credere che si stia ancora rivoltando nella tomba.