LEBEN MIT DEM TIER
Leben Mit Dem Tier / Vivere con la bestia
Quello artistico e letterario sono ambiti nei quali l'individualismo degli autori si afferma con più forza ed evidenza e, si direbbe, per connaturata indole.
Trovare artisti disposti a condividere il ruolo di protagonista non è affatto facile, ma la più recente plaquettes pubblicata appare come un esempio ben riuscito di opera corale.
Le difficoltà nel portare avanti tali imprese non sono tanto di natura tecnica o economica, ma squisitamente relazionali e il ruolo più impegnativo consiste nell'equilibrare e coordinate i diversi contributi.
Copertine di Rosario Amato |
In “Leben Mit Dem Tier / Vivere con la bestia” i testi sono del poeta austriaco Hans Raimund (Petzelsdorf, 1945), con il quale le “Edizioni dell'Angelo” avevano già realizzato quattro plaquettes con componimenti poetici e che, in questa occasione, presenta tre brevi testi in prosa ai quali si affiancano un'incisione ad acquaforte e acquatinta di Rosario Amato (Carini, 1947), una linoleumgrafia di Raffaello Margheri (Firenzuola, 1949) e una stampa alta da acquaforte su zinco di Fabio Sgroj (Partinico, 1996).
Rosario Amato. |
I tre artisti hanno inoltre personalizzato, con un intervento autografo, le copertine: Rosario Amato con fantasmagorici disegni a china colorata, Raffaello Margheri con un piccolo linoleum ritoccato ad acquerello e Fabio Sgroj intervenendo con ecoline e foglia d'oro su una stampa digitale.
I testi, presenti anche in lingua originale, sono stati tradotti in italiano da Augusto Debove e sono introdotti da una prefazione di chi scrive che qui viene, in buona parte parte riportata.
Raffaello Margheri. |
I testi trattano di animali tra osservazione, confessione e accusa. Più che di animali Raimund parla di bestie: «...sono sporche, puzzano... sono inutili mangioni, dormiglioni, che tutto appestano, insozzano, scacazzano...». Anche delle inermi e fragili rondinelle Raimund riesce a cogliere l’aspetto meno idilliaco: «...lottano per i nidi abbandonati in autunno...».
Copertina di Fabio Sgroj. |
Il
linguaggio discorsivo, a volte crudo, della quotidianità è
sostenuto
da
una struttura solida e chiara, con un ritmo lineare che il
traduttore,
Augusto
Debove, riesce a restituire aderendo pienamente all’originale.
I
puntini di sospensione che concludono i testi li caratterizzano come
frammenti
di un discorso interrotto o come divagazioni a margine di
una
più generale concezione della vita