L'OCCHIO DELL'ARCHITETTO

 

Alla collana "Architettura Incisa" delle "Edizioni dell'Angelo" si è aggiunta la plaquette n° 9 intitolata "L'Occhio dell'Architetto" con un testo di A. Gabriella Salvagio e un'acquaforte di Andrea Bosich, ambedue architetti, seppur con diversa "curvatura" negli interessi.

Quella che segue è una considerazione generale, suggestionata dal titolo, per presentare l'intera collana.

09/2021. L'OCCHIO DELL'ARCHITETTO, testo di A. Gabriella Salvagio, acquaforte di Andrea Bosich.

La fisiologia ci ha spiegato il funzionamento dell'apparato visivo, pertanto qui l'occhio non è il bulbo oculare, la pupilla, il cristallino, la cornea, il nervo ottico... qui l'occhio è solo metafora della visione e la visione è metafora di un particolare punto di vista disciplinare.

08/2019. IL GRETO NASCOSTO, testo e incisione di Andrea Oldani.

Così l'occhio clinico del medico se attribuito ad un architetto esprime la capacità di stabilire relazioni, cogliere interferenze... osservando l'ambiente naturale, l'ambiente costruito e le reciproche interazioni, fino a prefigurare eventuali trasformazioni.

Tutto questo può essere ricondotto alle necessità dell'abitare.

Si abitano le case, i luoghi di lavoro, gli spazi ricreativi, le città, i territori... si abitano e si trasformano "in vista delle necessità umane" preciserebbe William Morris.

08/2019. TRACCIAR OMBRE, LASCIAR MEMORIA..., testo e acquaforte di Gaetano Ginex.


C’è l’occhio come punto di vista che irraggia e raccoglie le più minuziose e ossessionanti prospettive e c’è l'occhio interiore che ricorda e immagina.

06/2018. MAPPE SENTIMENTALI, testo e acquaforte di Anna Cottone.

Guardare le cose, l'ambiente naturale, lo spazio architettonico e urbano al servizio dell’invisibile è un processo possibile soltanto per occhi che sanno guardare oltre il silenzio o il rumore stridente l'ambiente antropizzato che tutto è tranne che musica.

05/2018. CON RECIPROCA STIMA, testo di Alessandro Mauro, acquaforte di Carmelo Lo Curto.

È proprio questa suadente angolazione che ricongiunge l’occhio - nella sua duplice natura fisiologico-euclidea e immaginativa (inconscia, l’occhio interiore, l’occhio freudiano) - con lo spazio sia reale che visionario, lungo l'asse figurativo del simbolismo-metafisica-surrealismo e si può cogliere una riflessione universale che ritorna attualissima aprendo tutto uno spiraglio sul come muta la percezione degli spazi architettonici.

04/2017. L’ISOLA DELLE TORRI, testo e acquaforte di Lanfranco Lanari.

L’eterno ritorno ciclico di certi stati d’animo di portata globale oggi dovrebbe far riflettere, finché ci sarà spazio per l’occhio riguardante strettamente connesso alla memoria e ci sarebbe tutto un discorso da affrontare sul tema dello sguardo, del guardare senza vedere, senza capire, senza immaginazione...

03/2017. TRA REALTÀ E IMMAGINARIO, testo e acquaforte di  Mario Chiavetta.

Non è necessario voltare completamente le spalle alla realtà per vivere un'esperienza surrealista o metafisica o come la si voglia chiamare. La storia della letteratura e dell’arte è piena di momenti in cui si manifesta una sorta di epifania che pertiene alla percezione visiva che è al contempo mentale, o dell’anima, di fronte allo spazio circostante, mai come adesso densa di significato.

02/2017. TESSITURE, testo e acquaforte di Gaetano Ginex.


In effetti non altro che questo è l'idea di architettura che accomuna le plaquettes di questa collana e, più che a conferire l’illusione della realtà all’irrealtà, ritengo serva ad aggiungere irrealtà all’irrealtà.
La logica del visibile si pone al servizio dell’invisibile (detta anche «logica immaginativa»).

01/2016. INTERSEZIONI, testo e acquaforte di Andrea Bosich.