LANFRANCO LANARI

LANFRANCO LANARI
[Falconara Marittima, 1953]






- Quando è iniziata e come si è svolta la sua formazione artistica?

Mi sono diplomato all'Istituto d'Arte “Edgardo Mannucci” di Ancona, poi ho frequentato un corso di design. In occasione di un corso abilitante all'insegnamento sono stato stimolato a prendere dimestichezza con l'incisione da Mario Bellagamba, incisore e insegnante falconarese. Era il 1983 e da allora ho sperimentato da autodidatta tutte le tecniche calcografiche servendomi dell'ausilio dei manuali, mi piace citare “L' incisione e la stampa d'Arte” di Renato Bruscaglia (da poco ristampato).

TRAMONTO NEL BOSCO, 1996, acquaforte e acquatinta, 350 x 500
- Può dirci qualcosa sul suo processo creativo? Medita sul nuovo lavoro realizzando schizzi di studio, oppure affronta la lastra d'impulso?

Ho sempre avuto il bisogno di studiare l'immagine prima di iniziare a scalfire la vernicetta schizzando, più o meno accuratamente e senza rispettare le reali dimensioni, poi con una matita bianca per gli occhi o vetrografica schizzo sulla vernicetta lo schema compositivo. Il mio modo di operare richiede tempi lunghi e apporto aggiunte o modifiche in corso d'opera. Il risultato finale non è mai identico allo schizzo pur rispettandone lo spirito e l'atmosfera iniziale.

Ho l'abitudine di conservare tutti i disegni , anche quelli che non hanno avuto un seguito.

TORRE D'OCCIDENTE                          LA GRANDE TORRE BLU                                                   ODISSEO
- Dalla Torre di Babele ai contemporanei ipertecnologici grattacieli, il tema della torre è carico di significati simbolici, quali aspetti l'hanno interessata e ha voluto raffigurare?

L'ISOLA DELLE TORRI, 2017
plaquette per le "Edizioni dell'Angelo"
Non ricordo bene come sono arrivato alle torri e conseguentemente alle città.

Solitamente riparto dall'ultima lastra incisa, a volte succede che una nuova immagine inizia a definirsi mentre sto lavorando e allora la fermo sulla carta. Credo che la torre sia la trasformazione del faro che è stato un altro dei miei soggetti. La prima è stata "Babele" con la quale vinsi nel 2008, in Spagna , il mio primo Concorso Internazionale. Mi interessava la parte positiva del racconto biblico, uomini che si uniscono per costruirla verso il cielo, non necessariamente una sfida verso il Divino.

LE TRE TORRI, 2017, acquaforte e ceramolle, 120 x 100

- Le finestre per lo più illuminate delle sue torri fanno credere che siano abitate, gli strani personaggi che vi gravitano intorno ne sono anche gli abitanti o ne restano esclusi?

La torre ha sempre una doppia valenza, serve per proteggere dal fuori ma contestualmente ce ne esclude il contatto. Gli strani personaggi sono i chiusi fuori dal nostro mondo-torre, un richiamo alla terribile attualità delle migrazioni.

- Le figure che animano le sue incisioni sono spesso funamboli o, addirittura, in volo, quale è il suo rapporto con l'altitudine, la vertigine e il vuoto?

Le figure volanti sono ricorrenti nel mio lavoro, ho sempre sognato di volare come sanno fare gli uccelli e da bambino ero affascinato dal circo, poi crescendo mi sono trovato io a cercare di trovare l'equilibrio sulla fune del diabete. Il desiderio di rimanere in aria anche se mi bastano pochi metri per soffrire di vertigini, rappresentare il vuoto è probabilmente un sistema per esorcizzarlo.

ALLA VIGILIA DELLA PARTENZA, 1998, acquaforte, 350 x 240 
- Dove o in cosa trova la motivazione per continuare a lavorare esclusivamente con l'incisione nonostante comporti il relegarsi in un ristrettissimo ambito di nicchia totalmente escluso dal "grande circuito" dell'arte contemporanea?

Incidere è stato anche un sistema per cercare di uscire dal ristretto ambito provinciale ed è ancora il modo più pratico per spedire e far giungere i propri lavori in altri paesi e continenti.

Incido prima di tutto per me e amo questo lavoro antico, che non consente di bleffare, che richiede fatica per trovare le soluzioni , dove bisogna saper leggere anche alla rovescia e il farlo mi appaga e ripaga delle fatiche.

AVANTI C'E' POSTO, 1997, acquaforte e acquatinta

- Secondo lei sono cambiati i parametri di valutazione di un'opera d'arte e, a prescindere dal mezzo espressivo, quali aspetti connotano oggi un'opera d'arte?

Probabilmente sono un retrogrado ma non riesco a disgiungere l'opera d'Arte dal manufatto, ho la certezza che l'uomo abbia un dialogo-scambio continuo tra mano e cervello, detto questo, cerco l'emozione in un'opera e non riesco ad emozionarmi se la materia non ne è parte integrante.

- Sono molto diffuse le mostre/concorso che oggi, sempre più, richiedono il versamento di una quota di iscrizione; Lei vi partecipa? Ritiene che possano risultare un valido mezzo di promozione?

Un altro sistema che ho usato per spaziare è stato la partecipazione ai concorsi, la crisi economica ha interferito anche in questo ambito oltre che alla consistenza dei premi, generalmente non partecipo ai concorsi a pagamento, come mi rifiuto di pagare per esporre le mie opere, credo di aver già fatto la mia parte con il lavoro occorso alla realizzazione. Faccio delle eccezioni quando capisco che non si tratta di una speculazione e il pagamento di una piccola quota può permettere la realizzazione di una seria manifestazione.

ERRANDO SOTTO LA PIOGGIA
- Proprio nel campo dell'incisione è molto diffuso il fenomeno dell'associazionismo. Cosa ne pensa? Fa parte di una qualche associazione? Ritiene che abbiano una reale finalità divulgativa o servono ad assecondare il narcisismo di chi le presiede e di chi ne fa parte?

Faccio parte dell'Associazione Nazionale Incisori Contemporanei da alcuni anni, vi sono stato invitato e ho aderito con piacere sapendola composta da ottimi incisori. Non escludo che il narcisismo possa essere una componente, ma trovo che sia soprattutto importante l'attività divulgativa che persegue.

ERRANDO
- Come si concretizza il suo rapporto con il mercato dell'arte? Commercializza in proprio le sue opere oppure ha un mercante o una galleria di riferimento?

Ho avuto a che fare con diversi commercianti e galleristi, il consuntivo non è molto edificante ed ho chiuso diversi rapporti e posso affermare che gli affidabili non sono molti . Al momento intrattengo rapporti di collaborazione con una piccola Galleria.

- Ha esperienze con la "E-Commerce" dell'arte, cioè la vendita di lavori tramite internet?

Le mie esperienze in E-Commerce sono soprattutto nella veste di acquirente, sono anche un collezionista, principalmente di fogli antichi e da diversi anni arricchisco la mia collezione attraverso internet, sempre cercando di instaurare un rapporto interpersonale con il venditore. Sicuramente è più difficile capire la bontà di un foglio senza averlo in mano ma ho acquisito una cera esperienza anche in questa modalità.

- Oggi, in buona parte, la promozione dell'arte passa attraverso Internet, eppure cosa lo ha spinto a chiudere il suo sito internet personale? Oltre a Fecebook, è attivo su altri social network?

Ho chiuso il mio sito dopo averlo lasciato attivo per alcuni anni ma era diventato una fonte di piccoli problemi e dava pochi riscontri, probabilmente anche per la mia scarsa attitudine ad usarlo. Facebook lo uso soprattutto per aver contatti con altri appassionati e anche come vetrina del mio lavoro ed è più che sufficiente per quel che mi propongo.

MARCHEGGIANDO

23 Agosto 2021