HANS RAIMUND: UN POETA DA VIENNA A DUINO... E RITORNO A HOCHSTRASS
Nel mese in cui Hans Raimund compie il suo settantaseiesimo compleanno tributiamo tutta la nostra Ammirazione ad una delle voci più intense ed autorevoli della poesia austriaca contemporanea. Volutamente abbiamo scelto di documentare non le silloge più note, ma solo alcune recenti edizioni illustrate .
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Disegni di R. Amato per le copertine di ES WAR EINMAL.../ C'ERA UNA VOLTA... |
Hans Raimund è poeta, romanziere, traduttore, saggista e musicista. Nasce il 5 Aprile del 1945 a Petzelsdorf, nella Bassa Austria. Cresce a Vienna, dove compie studi universitari in lingua e letteratura inglese e tedesca, e dove ha insegnato dal 1972 al 1984. Dal 1984 al 1997 si trasferisce a Duino, presso Trieste, come docente di musica e tedesco nel "Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico" (United College of the Adriatic), continuando, nel contempo a dedicarsi alla scrittura come autore e traduttore. Dal 1997 risiede nuovamente in Austria, dividendosi tra Vienna e Hochstrass, un villaggio nel Burgenland quasi al confine con l'Ungheria. Ha pubblicato quattro libri in prosa e diverse raccolte di poesie (Ventriloquii viennesi, 1993; Stanze di un matrimonio, 1997; Villeggiante a lungo termine, 1998, tutti presso Mobydick; E qualunque cosa accada, Crocetti 1995; Lisbona, La Luna, 2004...) e plaquettes a tiratura limitata. È stato tradotto in sloveno, bulgaro, albanese, inglese, francese e italiano e, a sua volta ha tradotto diversi autori dall'inglese, dal francese, dall'italiano (Bufalino, Solmi, Piccolo...). Fra i numerosi premi di rilievo internazionale ha ottenuto il Premio "Wystan-Hugh-Auden" (1992) per la migliore traduzione; il Premio "Georg Trakl" (1994) e il Premio "Anton Wildgans" (2004). Lo scorso anno l'Amministrazione della Città di Vienna gli ha assegnato il premio per la Poesia 2020.
CHORAL VARIATIONEN, 2011.
Gabriella Rovagnati, nel numero 344 di "Poesia", presentando gli otto componimenti della raccolta, scrive: «Data la sua formazione, non sorprende che il poeta austriaco Hans Raimund abbia dato al suo ultimo ciclo poetico un titolo di chiara matrice musicale: “CHORAL VARIATIONEN”. Il traduttore Augusto Debove lo ha lasciato com'è nell'originale tedesco, disposto su due righe e in caratteri maiuscoli, in modo che rimanga nel vago se si tratti di due sostantivi separati, oppure, con un leggero spostamento semantico, di un possibile composto. Anche l'aspetto grafico, infatti, ha sempre una valenza particolare nei testi di Hans Raimund...»
Qui documentiamo l'edizione Thurnhof illustrata con fotolito di Friedrich Danielis (Bad Reichenhall, 1944).
HAT WOLLEN HERZEN ZÄHMEN SO WIE LÖVEN
HAT UNGEZÄHMT SIE VON SICH WEGGESCHEUCHT
Ist je er einem Herzen in der Wirklichkeit begegnet?
Und hat er nicht statt sich dem Wirklichkeit zu stellen
Das Bilt davon im Kopf aus schönen Wörtern komponiert
Bunt ausgemalt – vom Tod von Schönheit von der
Liebe und
So fort – frivol beiläufig ausgelebt? Hat er nicht das
was in der Zukunft
Gerchechen hätte können – und was auch tatsächlich ge-
schal -
Im Kopf vorweggenommen durchgespielt bis ins Detail
Bis in die scheinbar letzten Konsequenzen solang bis
Das derart Hochgegrübelte mit offenem Auge tags
Herbeigeträumte wirklicher geworden ist
Als alles Wirkliche so unbemerkt zu Wirklichkeit
Und Gegenwart Gewordene sichtbar Greifbare – der
Tod
HA VOLUTO ADDOMESTICARE I CUORI COME LEONI
INDOMATI LI HA CACCIATI VIA DA SÉ
Ha mai nella realtà incontrato un cuore?
E non ha forse invece di misurarsi con la realtà
Nella mente la sua immagine composta di belle parole
Di vari colori dipinta – della morte della bellezza
dell'amore e
Così sia – con leggerezza di sfuggita vissuta? Non ha
forse ciò che in futuro
Avrebbe potuto accadere – e anche ciò che in effetti ac-
cadde -
nella mente prefigurato ripercorso fin nei dettagli
Fin nelle simulate ultime conseguenze finché
L'elucubrato all'eccesso il fin qui ad occhi aperti
Sognato è diventato più reale
Di tutto il reale così inavvertitamente realtà
E presente è diventato visibile tangibile – la morte
(Traduzione di Augusto Debove)
INSONNIA, 2016
È la prima plaquette realizzata con le "Edizioni dell'Angelo", fa parte della collana "Riflessi" caratterizzata dalla pagina centrale in forma di trittico con l'incisione, ad acquaforte-acquatinta-ceramolle, di Toni Pecoraro che "riflette" il testo in lingua originale e la sua traduzione.
INSOMNIA
Dampfnass
Im Taldunkel schlafen
Die Hügel
Nichts regt mich
Ab und zu
Stöbert mein wilderndes Ohr
Einen Vogelschrei auf
In Geduld bin ich verwunschen
INSONNIA
(Traduzione di Augusto Debove)
Svaporanti
Nell’oscurità della valle dormono
Le colli
Niente mi muove
Di quando in quando
Il mio orecchio di bracconiere snida
D’uccello un grido
Nella pazienza sono io incantato
BIBLIOPHILEDRUCKE VI, 2016
"Bibliophile Drucke" è una collana della "Offizin S." di Siegfried Höllrigl, microeditore in Merano e "camminatore" in giro per il mondo.
La sesta cartella, completata nell'ottobre 2016, contiene la poesia "Hier wo". L'edizione, interamente in tedesco con la poesia tradotta in spagnolo da Olga Sanchez Guevara, è illustrata da Manuel Silvestre con due xilografia di cui una stampata in copertina e l'altra su una lunga striscia di carta di riso.
HIER WO
die Alleen im Streulicht gilben
In abgesunkenen Gärten Rosen einzeln
Stehen verschossen rot gewärtig dass
Die Bora sie mit ihrer Schere schneidet
Die Kastanien sich im Regen schwärzen
Frost die Borke wetterseitig sprengt
Der Holzrauch übern mürben Rasen kriecht
Und sich verschlieft in triefenden Gebüschen
Im Finstern Katzen wie die Kinder greinen
Die Hunde vif das Laub durchstöbern
Die alten Fischer alte Netze flicken
Das Meer dem Horizont sein Wasser reicht
Nach Fellen Schwefel und Fäkalien riecht
Weit weg zu Gipfeln Eiszungen sich strecken
Über Klippen sich ein Regenbogen
Wölbt
den ich erklimm und himmelquer
Bis an sein Ende geh und stets
Am Anfang steh
QUI DOVE
(Traduzione di Luisa Varesano)
i viali nella luce diffusa ingialliscono
In sprofondati giardini stanno
Isolate rose rosso sbiadito in attesa che
La bora con le sue forbici le tagli
Le castagne nella pioggia anneriscono
Gelo la scorza contro vento spacca
Il fumo di legna sopra il prato fradicio striscia
E si rintana in cespugli grondanti
Nell’oscurità gatti come bambini piagnucolano
I cani il fogliame vivaci frugano
I vecchi pescatori vecchie reti rammendano
Il mare la sua acqua all’orizzonte porge
Di pelli zolfo ed escrementi puzza
In lontananza a vette lingue di ghiaccio si protendono
Sugli scogli un arcobaleno
S’inarca
dove m’inerpico e di traverso nel cielo
Fino alla sua fine vado e sempre
All’inizio sto
IM SCHNEIDER, 2016
Le strofe propongono una successione di surreali interventi sartoriali, con l'ultimo verso che è quasi un'espressione idiomatica e infatti la traduzione nelle varie lingue risulta la più diversificata rivelandone tutte le sfumature espressive. Il titolo, il cui significato è riconducibile all'idea di "perdita", è praticamente intraducibile essendo un termine tratto dal gioco di carte Skat. Ritengo che pure questa contrapposizione simmetrica aggiunga fascino a questa plaquette che si differenzia anche per la scelta del formato che abbandona il consueto quadrato che caratterizza le collane delle "Edizioni dell'Angelo" per adottare un rettangolo allungato in altezza assecondato dall'impaginazione dei testi e, soprattutto, dalla scelta inusuale di stampare l'incisione centrale fino al limite dei margini disponibili. In apertura un'altra acquaforte, che allude al tema della realtà duale, confrontandosi con il frontestizio a stampa fa da classico "antiporta".
La piccola plaquette esce "fuori collana" dove sono raccolte le edizioni "anomale" per concezione e formato affidate alla realizzazione esclusiva dell'artista siciliano Vincenzo Piazza che per primo aveva iniziato la collaborazione con questa micro iniziativa editoriale che, va ricordato, in modo del tutto amatoriale porta avanti la tradizione internazionalmente delle "Private Presses".
IM SCHNEIDER
ich fädle
das Licht
ins Augenöhr
ich stichle
die Finsternis
mit Pupillennadeln
ich säume
den Tag
mit Wimpernborten
ich nähe
Falten
in die Nacht
ich setz
dem Leben
Zwickel ein
der Tod
sitzt mir
wie angegossen
IM SCHNEIDER
(traduzione di Augusto Debove)
infilo
la luce
in cruna d’occhio
punzecchio
l’oscurità
con aghi di pupille
orlo
il giorno
con cimosa di ciglia
cucio
pieghe
nella notte
applico
alla vita
un rinforzo
la morte
mi va
a pennello
ES WAR EINMAL.../ C’ERA UNA VOLTA..., 2017.
Hans Raimund impersona il tema del viaggio, dello spostamento e della "frontiera", così bene espressi nei suoi versi sempre in movimento fra significato ed evocazione. Forse, per inconsapevole "Contrappasso", l'interprete più affine alla poetica di Raimund è Rosario Amato un artista più che sedentario, strenuamente radicato alla sua terra d'origine.
Un'incisione ad acquaforte è stampata dallo stesso artista nel risvolto interno della copertina, ma sono le quaranta variazioni su quattro temi dei disegni originali nel piatto, realizzati al tratto con inchiostro rosso, a restituire graficamente tutto il senso delle quattro poesie di questa plaquette.
ZWEI EICHELN
sacht gepflückt: auf Reisen in der Tasche
einer Weste Triest-Amsterdam mit Aufent-
halt in Frankfurt und retour - allmählich der Zer-
fall: hundshodengrosse Rugby-Bällchen rollten
in der Wolle Fäden knäuelten um
Buben-Pfeifchen - Abstraktionen in konkreter
Asche Krümeln von Tabak und Keksen rutschten
schliesslich unversehens mit Assonanz und allem
Drumunddran ins Loch des Texts - und
waren doch zu Zeiten Heimweh nach den
blutigroten Hainen an Dolinenrändern
Talismane Spielzeug vager Nostalgien
zwischen den nervösen Fingern eines Grachten-
läufers ohne Schatten
DUE GHIANDE
(Traduzione di Augusto Debove)
religiosamente raccolte: in viaggio nella tasca
di un gilet Trieste-Amsterdam con sosta
a Francoforte e ritorno - pian piano la de-
composizione: palline da Rugby grandi come testicoli di cane rotolavano
nella lana fili si aggrovigliavano intorno a
pipe per ragazzini - astrazioni in concreta
cenere briciole di tabacco e biscotti scivolarono
infine d’improvviso con assonanza e tutti
gli annessi e connessi nel buco del testo - e
furono allora nostalgia per
i boschi rossosangue ai margini delle doline
talismani giocattolo di vaghe malinconie
fra le dita nervose di un viandante
lungo canali senz’ombra
STROPHEN / STROFE, 2019.
La Plaquette, con poesie in lingua originale e nella traduzione in italiano di Augusto Debove, è stata pubblicata nella collana "Se/oGNI". Le illustrazioni sono dell'artista siciliano Girolamo Russo, che ha realizzato due incisioni inserite nel testo e la copertina con tecnica mista su stampe digitali e interventi di pastello e applicazioni di foglia di rame. La tiratura è numerata a trentatre esemplari dal poeta che firma il colophon e dall'artista che firma copertina e incisioni, ma, praticamente, ogni esemplare è unico.
STROPHE 4
Die Diebstähle der Elstern verschliefen wir
Nicht von Belang! Es erübrigte sich
Die Schrift der Zehen im Staub zu entziffern
Eher nahmen wir zu Protokoll
Was aus dem Stegreif wir träumten
STROFA 4
(traduzione: Augusto Debove)
I furti delle gazze li abbiamo dormiti
Faccenda trascurabile! Non c’era bisogno di
Decifrare la scrittura di zampe nella polvere
Abbiamo piuttosto messo a verbale
Quello che improvvisando sognammo
Quindi ogni traduzione da una lingua ad un'altra significa anche, sempre, una trasposizione da una cultura ad un'altra e se si riesce a rendere in modo fedele il contenuto è forse impossibile ricrearne il "timbro", insomma la difficoltà non è nel fatto di rendere ciò che l'autore dice, ma nel rendere la specifica intonazione di come lo dice.
Con queste problematiche si sono misurati anche i traduttori del poeta austriaco Hans Raimund: Augusto Debove per l'italiano, David Chorlton per l'inglese e Gertrude Durusoy per il francese e il turco.