ANDREA BOSICH

CASA KRESPEL, acquaforte 2020, cm 10,5 x 10,5

Andrea Bosich

è nato a Trieste il 18 Luglio 1970.

Ha frequentato l'IUAV di Venezia laureandosi nel 1994 con relatore Carlo Ajmonino. Nel 1995 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in "Rilievo e rappresentazione del costruito" e ha svolto progetti di ricerca finanziati dalla CEE, dal CNR e dal MIUR. Attualmente svolge attività professionale associato allo "Studio A+B" impegnato nel recupero e nella tutela del patrimonio storico e naturalistico.





- Innanzitutto cerchiamo di chiarire come dobbiamo considerare le sue opere? Sono composizioni grafiche o progetti di architettura?

- Non sono assolutamente progetti di architettura, sono composizioni di elementi piani e/o tridimensionali che possono evocare, più che rappresentare, archetipi dell'architettura (pareti, aperture...), decisamente più affini alla corrente dell'Astrattismo Geometrico, anche se non mancano inserimenti di elementi naturalistici

PARETE, china e pennarelli 2019, cm 16 x 16

- Quale è stata la sua formazione artistica?

-Dal Liceo Classico sono passato alla Facoltà di Architettura ed ho frequentato L'IUAV di Venezia laureandomi nel 1994 con relatore Carlo Aymonino. Pertanto per rispondere alla sua domanda occorrerebbe intendersi sulla natura della Facoltà di Architettura e, conseguentemente, sulla figura dell'architetto: L'architetto è un artista o un tecnico? Diciamo che nei casi migliori dovrebbe incarnare ambedue i ruoli

- Quali sono stati i suoi maestri storici di riferimento?

- Nel campo dell'architettura certamente Le Corbusier è stato un riferimento costante, ma poiché qui interessa all'ambito figurativo, più che di autori, parlerei di opere, continuano ad esserci particolari raffigurazioni (nei più disparati campi dei linguaggi visivi) che esercitano un'influenza particolare sul mio immaginario. Tuttavia l'interesse non è in funzione di soluzioni linguistiche, ma deve aprirmi e far varcare una porta.

CONNESSIONI, china e pennarelli 2019, cm 17 x 17

- Quali tecniche artistiche predilige?

- Non ho una predilezione a priori, adottò sia tecniche manuali che digitali, la scelta è solo in funzione del risultato.

- Lei pratica anche le tecniche dell'incisione che non mi risulta facciano parte della formazione di un architetto, come si è accostato a questo campo?

- Ho iniziato ad incidere da poco, la mia prima lastra è del 2016. Navigando in Internet ero capitato nel sito delle "Edizioni dell'Angelo" che avevo contattato perché incuriosito dalle plaquettes che realizzano, così da uno scambio di e-mail, approfittando che nei primi di Luglio quell'anno mi sarei trovato a Palermo, ho conosciuto chi mi ha guidato nell'incisione ad acquaforte della mia prima lastra. Credo sia stato determinante aver incontrato un eccellente maestro, eccellente non solo perché egli stesso validissimo artista, ma soprattutto perché ha risposto, senza alcuna gelosia o reticenza, ma con disponibilità, a tutte le mie esigenze e richieste e ho capito che, se volevo continuare, dovevo avere la possibilità di sperimentare personalmente e così ho acquistato un torchietto calcografico.

INTERSEZIONI, acquaforte 2020, cm 10 x 15

- Come nasce l'idea? È solo intuizione o è frutto di qualcosa di più complesso?

- L'idea nasce da quello che abbiamo dentro. Se non abbiamo niente non avremo mai nessuna intuizione. Il lavoro di un artista consiste nel coltivare idee, e un lavorio continuo che si svolge in parallelo alla realizzazione delle opere e che non bisogna mai trascurare perché ci consente di essere sempre predisposti all'occasione per un nuovo lavoro. Per questo, nei casi migliori, l'attività artistica coincide con la vita stessa. Poi c'è il mestiere e la tecnica, ma bisogna avere la capacità di dissimulare il mestiere e non esibire retoricamente l'abilità tecnica.

- Può dirci ancora qualcosa sul suo processo creativo? Medita sul nuovo lavoro realizzando schizzi di studio, oppure affronta il foglio d'impulso? Gli eventuali schizzi preparatori li conserva o li distrugge?

- Ho sempre con me un taccuino dove annoto di tutto, inclusa la lista della spesa, pertanto è lì che elaboro e verifico, attraverso numerosi schizzi, la soluzione che intendo realizzare. Tutti i taccuini sono numerati, datati e li conservo, non per feticismo, ma come forma di archivio di idee. Invece eventuali bozzetti su fogli volanti vengono distrutti al termine della realizzazione.


- Può aggiungere qualcosa anche sul processo compositivo?

- Il procedimento adottato si basa su ripetizioni, modulazioni e variazioni capaci di sprigionare rimandi e risonanze, relazioni di affinità o di ostilità. Un processo di riflessione che attrae al suo interno anche "materiali" laterali, suggestioni letterarie, frammenti di linguaggi visivi diversi.

- Nel suo processo compositivo ha fatto riferimento anche a "suggestioni letterarie", le è capitato di illustrare opere di letteratura?

- Non sono un illustratore, ma mi è capitato di realizzare dei disegni in diretto rapporto con testi letterari. Su proposta dell'editore con il quale collaboro [Edizioni dell'Angelo (ndr)] ho realizzato un bozzetto, ispirato a un testo di Paul Valery, per un'edizione con incisioni originali che, purtroppo non è andata in porto e, sempre per lo stesso editore ho interpretato la "Casa del Consigliere Krespel", da un racconto di E.T.A Hoffmann, per un post in rete tradotto in un'edizione cartacea per la quale ho realizzato anche un'incisione, ad acquaforte e acquatinta, allegata alle prime quaranta copie del libro.

CASA KRESPEL, china e pennarelli 2019, cm 16 x 16

- Per i suoi lavori si può parlare di contaminazioni linguistiche?

- Sinceramente non confido molto nei travasi. Certamente le idee, il pensiero sono fondamentali nel nostro lavoro, ma mi infastidiscono i tentativi di conferire, con richiami filosofici e letterari, un'aura ideale a modeste proposte. Bisogna conoscere molto bene le regole e limiti del proprio campo d'azione, le idee si rivelano tramite le tecniche che occorre saper impiegare, occorre un lavoro di precisione e controllo della propria disciplina.

PARETE, china e pennarelli 2019, cm 17 x 17

- Nel campo dell'arte quale relazione vede tra l'espressione individuale e l'influenza di mode e correnti?

- Un artista non dovrebbe mai seguire le mode. Ogni qual volta l'arte è divenuta un fenomeno di moda ha tradito l'aspirazione principale che è quella dell'universalità e della lunga durata. Trovo penose le manovre di mercato che determinano l'ascesa di movimenti e tendenze che sembrano di grande successo e che rapidamente si eclissano. L'arte ha già raggiunto risultati altissimi in epiche lontane, cosa che non è avvenuta per altri aspetti dell'agire umano.

- Secondo lei sono cambiati i parametri di valutazione di un'opera d'arte e cosa deve comunicare un'opera d'arte?

- Un'opera d'arte è un'opera complessa, che non ha un livello univoco di lettura, la si può leggere in maniera sempre diversa e sempre nuova. Le vere opere d'arte non esauriscono mai la propria capacità di comunicare.

CONNESSIONI, grafica digitale 2019.

- Quale è il suo rapporto con la tradizione e l'innovazione della contemporaneità?

- Tutto quello che oggi si considera tradizione una volta fu innovazione e la contemporaneità non ha nulla a che vedere con l'ossessione del nuovo. La contemporaneità è la capacità di gestire risorse che sono sempre più complesse senza lasciarsi sedurre dal nuovo ad ogni costo. Essere contemporanei significa essere liberi di scegliere. Può sembrare un paradosso, ma considero più commerciali le opere griffate di certi "ArtiStar"

TRASVERSALE, grafica digitale 2019.