ALFRED KUBIN
Anche quando si sente l'esigenza di una rappresentazione "verista", la realtà è filtrata - nei casi più felici - dalla "fantasia" degli artisti.
Tutta l'arte dovrebbe essere e forse è autobiografica per natura.
Anche in questo caso il "condizionamento", seppur inconscio, troverà - sempre e solo nei casi più felici - il modo di affiorare, almeno nello stile se non proprio nel soggetto.
Non è il complessivo percorso artistico che qui intendo presentare, ma una sua opera in particolare che ritengo esemplificativa della sua intera esistenza, inoltre, a dimostrazione che il valore non dipende dalle tecniche adottate, è un artista che si espresse solo attraverso il disegno a penna o a matita, a volte acquarellato, e i pochissimi dipinti risalgono al periodo dell'Accademia.
L'evento che probabilmente traumatizzò per sempre il piccolo Alfred è la visione del padre che correva disperato per casa con il cadavere della moglie tra le braccia. Kubin aveva undici anni quando la madre, Johanna Kletzl che era una pianista e che era sempre stata molto protettiva e dolce nei suoi confronti, morì di tubercolosi. Invece nei confronti del padre, Friedrich Franz Kubin che era un geometra statale spesso assente per lavoro e che si risposò più volte, soffriva un forte timore e complesso di inferiorità.
Poi l'interruzione degli studi; un inutile apprendistato presso uno lontano parente fotografo; a diciannove anni il tentativo di suicidio sparandosi sulla tomba della madre, ma la pistola s'inceppa e, fortunatamente, non ebbe mai più la forza morale, o la disperazione, di ritentare.
Finalmente la scoperta di una vocazione e gli studi presso l'Accademia di belle arti di Monaco di Baviera che frequenò dal 1898 al 1901. L'interesse per Klinger, Goya, Rops, Munch (che incontrò personalmente), Ensor e Redon; strinse anche amicizia con Paul Klee e Hans von Weber, editore tedesco considerato lo scopritore di Kubin per eccellenza.
È una discesa agli inferi e una liberazione.
Poco dopo avrà inizio la fase più matura di Kubin. Nel 1912 divenne membro del gruppo Blaue Reiter; visse una vita riservata in un piccolo castello del dodicesimo secolo a Zwickledt; gli furono assegnati il Great Austrian State Prize nel 1951 e l'Austrian Decoration for Science and Art nel 1957. In Italia la sua opera fu presentata per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia del 1952.
I disegni che accompagnano questo testo sono alcuni tra quelli che il febbrile pennino di Kubin delineò per illustrare il suo unico romanzo.
È impossibile riassumere la trama di "L'Altra Parte" che precorre certe atmosfere kafkiane. Le vicende sono ambientare a Perla una città che è un mosaico di ruderi, di antichità, di avanzi decrepiti e corrosi del passato, tratti dai più famosi angoli del mondo. La quinta ideale per la sua popolazione di nevrastenici e nostalgici in fuga dal proprio tempo, ma è anche il dominio di un fantomatico sovrano che tiene sotto il suo incantesimo uomini e cose, accomunandoli in un unico, allucinante disegno.
Illustrazioni per "L'Altra Parte", pennino e inchiostro di china su carta, 1908.