CASA KRESPEL
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© Brunetto De Battè, 2013 |
(Pistoia, 10/05/1941 – Firenze, 23/01/2020)
A chi spetta la proprietà di un'idea?
Il principe dette ordine di comprare anche il terreno, uniformandosi ai gusti di Krespel, ma Krespel non accettò e rimase fisso nella sua idea, che la casa doveva sorgere nel proprio giardino, che occupava uno dei punti più belli, dinanzi alla porta della città.
E così comprò tutto il materiale necessario e ne ordinò il trasporto: e per giorni e giorni lo si vide allora con indosso un strano vestito (che si confezionava da sé, conforme a certi suoi principi) a spegnere la calce, a setacciare la sabbia, ad accatastare mattoni in tanti mucchi regolari, senza aver mai parlato con un architetto, e non aver nemmeno pensato a uno schizzo. Fino a che, un bel giorno, si recò da un bravo capomastro di H... e lo invitò a trovarsi la mattina dopo, all'alba, con tutti i suoi manovali, garzoni e aiuti, nel suo giardino, per costruirgli la casa.
Naturalmente
il capomastro gli domandò di fargli vedere il progetto, e non poco
fu il suo stupore quando Krespel gli rispose che progetto non ce
n'era e che tutto sarebbe ugualmente andato avanti, come doveva
andare.
Allora tacquero le cazzuole e i martelli, gli operai scesero dalle impalcature e circondando Krespel, sul viso di ognuno si leggeva la domanda: «E ora?».
- Fatemi largo! - esclamò Krespel - e corse a un angolo del giardino; di lì avanzò, a passo lento, verso il suo quadrato e, giunto presso il muro, scosse la testa: allora corse di nuovo dall'altra parte del giardino e da lì al quadrato, come aveva fatto prima.
Per alcune volte di seguito ripeté la stessa manovra, finché, toccando i muri con la punta del naso , esclamò: - Qui, mi dovete aprire una porta! E indicò altezza e larghezza, misurando esattamente piedi e pollici, e gli operai eseguirono quello che aveva ordinato. Dopo di che entrò nella casa sorridendo compiaciuto, perché il capomastro gli fece osservare che le mura avevano giusto l'altezza di una casa di due piani.
Krespel prese a camminare avanti e indietro nello spazio interno, riflettendo, e dietro a lui i muratori con martello e piccone: e quando lui gridava: - qui una finestra alta sei piedi e larga quattro, qua una finestrella alta tre piedi e larga due - essi rapidi, ad aprire le finestre.
Fu proprio durante questi lavori che io capitai a H... ed era spassoso vedere centinaia di uomini affollarsi attorno al giardino, mandando grida di giubilo ogni volta che vedevano volare per aria i mattoni e spuntare fuori una finestra, proprio dove non si sarebbe mai immaginato. Anche per il resto le cose procedevano ugualmente, e ogni lavoro veniva eseguito conforme ai suoi ordini improvvisati.
La stranezza di questa impresa, la convinzione che alla fine tutto si sarebbe risolto meglio di quanto poteva aspettarsi, ma soprattutto la munificenza di Krespel, che del resto non pagava di tasca sua, teneva vivo in tutti il buonumore.
Così furono superate tutte quelle difficoltà che lo strano modo di costruire aveva portato con sé, e in breve tempo sorse una casa completa, che all'esterno presentava l'aspetto più strano, perché non c'era una finestra simile all'altra, ma che all'interno aveva una completezza tale, da dare il senso di un benessere tutto particolare...».
*)
A chi spetta la proprietà di un'idea?
A chi l'ha avuta per primo o a
chi ha saputo realizzarla?
Non so se esiste una risposta giuridica e, comunque, non potrei dimostrare che a me l'idea era venuta nel 1982 leggendo un estratto nel numero 2, pagg. 83-84, della rivista "La Casa Unifamiliare" Ed. Clean, probabilmente suggestionato dal concorso "La Casa di Plinio" bandito in quegli stessi anni (forse nel 1981, ma non ne sono certo): le "Edizioni dell'Angelo" , i Blog e le pagine Facebook... non erano neanche lontanamente immaginabili.
Erano anni in cui, lungo la "Strada Novissima" della Biennale Architettura del 1980, si ripensava l'eredità del Movimento Moderno tra Tendenza e Postmoderno.
Non so se esiste una risposta giuridica e, comunque, non potrei dimostrare che a me l'idea era venuta nel 1982 leggendo un estratto nel numero 2, pagg. 83-84, della rivista "La Casa Unifamiliare" Ed. Clean, probabilmente suggestionato dal concorso "La Casa di Plinio" bandito in quegli stessi anni (forse nel 1981, ma non ne sono certo): le "Edizioni dell'Angelo" , i Blog e le pagine Facebook... non erano neanche lontanamente immaginabili.
Erano anni in cui, lungo la "Strada Novissima" della Biennale Architettura del 1980, si ripensava l'eredità del Movimento Moderno tra Tendenza e Postmoderno.
Il
merito di aver concretizzato per primo l'idea, che io sappia, spetta
alla Casa Editrice Libra di Melfi che, nel 2018, a cura di Antonio
Carbone, ha realizzato una mostra e la relativa pubblicazione,
invitando 25 studi di architettura a "visualizzare", anche
se non mancano progetti compiuti, "La Casa del Consigliere
Krespel" dal racconto di E.T.A. Hoffmann.
Col senno di poi, se l'idea si fosse realizzata allora, sarebbe stato interessante fare un confronto con le interpretazioni di oggi.
In occasione della Giornata Mondiale del Disegno riproponiamo l'iniziativa con autori, arbitrariamente scelti per stima, consonanza affettiva e confronto generazionale, ritenendo che il connubio tra letteratura e architettura disegnata (manualmente o in digitale) può riservare ancora validi motivi di suggestione.
Col senno di poi, se l'idea si fosse realizzata allora, sarebbe stato interessante fare un confronto con le interpretazioni di oggi.
In occasione della Giornata Mondiale del Disegno riproponiamo l'iniziativa con autori, arbitrariamente scelti per stima, consonanza affettiva e confronto generazionale, ritenendo che il connubio tra letteratura e architettura disegnata (manualmente o in digitale) può riservare ancora validi motivi di suggestione.
Tengo
a chiarire che non si trattava di progettare la casa che Krespel non
ha mai “progettato”, ma di immaginare, visualizzare, interpretare
liberamente... la casa che il Consigliere Krespel
ha“realizzato”, nella finzione letteraria, senza averla mai
disegnata.
A
parte pochi autori, con i quali esisteva già una conoscenza e
precedenti occasioni di collaborazione, perché tutti gli altri hanno
dato fiducia ad un misconosciuto microeditore amatoriale?
È
vero che oggi basta un “giretto” in Internet per rendersi conto
con chi si ha a che fare, ma la
risposta è che c'è in tutti coloro che hanno accettato di
autorizzare la riproduzione di una loro opera o d'impegnare la loro
creatività partecipando a questa ludica iniziativa - sottraendo
tempo all'attività professionale o all'impegno didattico
universitario - c'è, dicevo, un'autentica passione per
l'Architettura, un viscerale interesse per le ragioni del progetto
che, senza esitazione, li ha spinti ad accettare il confronto con la
bizzarra, affatto stravagante, concezione contenuta nel racconto di
Hoffmann. Ma
c'è anche il fatto che nella scala di competenze e valori che
caratterizzano la figura dell'architetto contemporaneo per alcuni -
resilienti all'inaridimento che una certa pratica professionale può
causare - risulta ancora importante concepire una dimensione
"artistica"
dell'architettura, coltivare un ambito creativo intimamente sentito
che finisce col far coincidere l'impegno artistico/professionale con
la propria vita.
Ritengo
che coloro che hanno accettato di contribuire a questo post, pur con
le loro diversissime forme espressive, hanno in comune questa scelta
esistenziale e per
suggellare il loro generoso impegno contiamo di realizzare qualcosa
di più concreto di questo "ordinario" post.
Alberto Randisi, 27 Aprile 2020
DICIOTTO INTERPRETAZIONI DELLA CASA DEL CONSIGLIERE KRESPEL*
DA UN RACCONTO DI E.T.A. HOFFMANN
DA UN RACCONTO DI E.T.A. HOFFMANN
«...Krespel
era un tipo noto come scienziato, come giurista e come valente
diplomatico. Un principe reggente della Germania, di non troppa
importanza, si era rivolto a lui perché gli stendesse un memoriale,
che aveva per oggetto l'enumerazione di tutti i ben fondati suoi
diritti su un certo territorio, e che egli voleva presentare alla
corte imperiale.
La
cosa ebbe l'esito più felice e siccome Krespel si era una volta
lamentato di non riuscire a trovare una casa che rispondesse a tutte
le sue esigenze, il principe, per ricompensarlo del memoriale, si
assunse tutte le spese di una casa, che Krespel ebbe facoltà di
farsi costruire a suo gradimento.
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©
Andrea Bosich (Trieste, 1970): china
su cartoncino Schoeller,
2020, cm 17 x 17. / china
e pennarelli su cartone Schoeller,
2020, cm 16 x 16.
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Il principe dette ordine di comprare anche il terreno, uniformandosi ai gusti di Krespel, ma Krespel non accettò e rimase fisso nella sua idea, che la casa doveva sorgere nel proprio giardino, che occupava uno dei punti più belli, dinanzi alla porta della città.
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© Brunetto De Batté (La Spezia, 1948): CASA KRESPEL, tecniche miste 1999 - 2020 |
E così comprò tutto il materiale necessario e ne ordinò il trasporto: e per giorni e giorni lo si vide allora con indosso un strano vestito (che si confezionava da sé, conforme a certi suoi principi) a spegnere la calce, a setacciare la sabbia, ad accatastare mattoni in tanti mucchi regolari, senza aver mai parlato con un architetto, e non aver nemmeno pensato a uno schizzo. Fino a che, un bel giorno, si recò da un bravo capomastro di H... e lo invitò a trovarsi la mattina dopo, all'alba, con tutti i suoi manovali, garzoni e aiuti, nel suo giardino, per costruirgli la casa.
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©
Emanuele Fidone (Modica, 1957): L'ATTIMO
PRIMA DEL PENSIERO - TELAMONE: IL SOGNO DELL'ALBERO – IL VUOTO E IL
SILENZIO, tecnica mista su carta, 2020, cm 18 x 24.
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©
Massimo Gasperini (Pisa, 1971): ATTO I, ATTO II acquarello e china su taccuino, 2020, cm 20 x 40 c.u.
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Quando
al mattino successivo il capomastro si presentò sul posto con tutti
i suoi uomini, trovò già tracciato il fosso, a forma di quadrato
perfettamente regolare, e Krespel gli disse:
- Qui
devono essere fatte le fondamenta della mia casa, e lei provveda ad
alzare i quattro muri, sino all'altezza che le dirò io.
- Senza
finestre e senza porte, e senza muri traversi? - chiese il
capomastro sbigottito dalla follia di Krespel.
- Così
come le ho detto, amico mio, - gli rispose calmo Krespel - tutto
il resto, col tempo.
Soltanto la promessa di un lauto compenso poté spingere il capomastro a dar principio a quella assurda costruzione; ma nessun lavoro fu fatto con maggiore allegria e tra le risate degli operai, che non lasciarono mai il cantiere, poiché lì c'era da mangiare e da bere, e i muri venivano sù con incredibile sveltezza, finché un giorno Krespel disse: - Ora, fermi!
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©
Gaetano Ginex (Palermo, 1953): disegno
a china, 2020, cm 20 x 20.
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Soltanto la promessa di un lauto compenso poté spingere il capomastro a dar principio a quella assurda costruzione; ma nessun lavoro fu fatto con maggiore allegria e tra le risate degli operai, che non lasciarono mai il cantiere, poiché lì c'era da mangiare e da bere, e i muri venivano sù con incredibile sveltezza, finché un giorno Krespel disse: - Ora, fermi!
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©
Marcello Guido (Acri 1953): IL
CAPITELLO ROMANICO,
disegno
a china con punte 0.2, 0.4, 0.8 su carta uso mano bianca perlata da
300 gr, 2020, cm 38 x 27,6.
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Allora tacquero le cazzuole e i martelli, gli operai scesero dalle impalcature e circondando Krespel, sul viso di ognuno si leggeva la domanda: «E ora?».
- Fatemi largo! - esclamò Krespel - e corse a un angolo del giardino; di lì avanzò, a passo lento, verso il suo quadrato e, giunto presso il muro, scosse la testa: allora corse di nuovo dall'altra parte del giardino e da lì al quadrato, come aveva fatto prima.
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Steven Holl (Bremerton, 1947): matita
e acquarello su carta, 2020, cm 30 x 40.
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Per alcune volte di seguito ripeté la stessa manovra, finché, toccando i muri con la punta del naso , esclamò: - Qui, mi dovete aprire una porta! E indicò altezza e larghezza, misurando esattamente piedi e pollici, e gli operai eseguirono quello che aveva ordinato. Dopo di che entrò nella casa sorridendo compiaciuto, perché il capomastro gli fece osservare che le mura avevano giusto l'altezza di una casa di due piani.
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© Massimo Mariani (Pistoia, 1951): acquarello e china su carta Fabriano 100% cotone, 2020, cm 21 x 29.
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Krespel prese a camminare avanti e indietro nello spazio interno, riflettendo, e dietro a lui i muratori con martello e piccone: e quando lui gridava: - qui una finestra alta sei piedi e larga quattro, qua una finestrella alta tre piedi e larga due - essi rapidi, ad aprire le finestre.
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© Angelo Monti (Milano, 1954): Schizzo di Studio, disegno a penna, 2018. |
Fu proprio durante questi lavori che io capitai a H... ed era spassoso vedere centinaia di uomini affollarsi attorno al giardino, mandando grida di giubilo ogni volta che vedevano volare per aria i mattoni e spuntare fuori una finestra, proprio dove non si sarebbe mai immaginato. Anche per il resto le cose procedevano ugualmente, e ogni lavoro veniva eseguito conforme ai suoi ordini improvvisati.
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©
Vincenzo Piazza (Catania, 1959):
tecnica mista su cartone Schoeller, 2020, cm 20 x 20.
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La stranezza di questa impresa, la convinzione che alla fine tutto si sarebbe risolto meglio di quanto poteva aspettarsi, ma soprattutto la munificenza di Krespel, che del resto non pagava di tasca sua, teneva vivo in tutti il buonumore.
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©
Massimo Scolari (Novi Ligure, 1943): L'APPRENDISTA
STREGONE, acquarello su cartoncino,1980, cm 13 x 16.
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Così furono superate tutte quelle difficoltà che lo strano modo di costruire aveva portato con sé, e in breve tempo sorse una casa completa, che all'esterno presentava l'aspetto più strano, perché non c'era una finestra simile all'altra, ma che all'interno aveva una completezza tale, da dare il senso di un benessere tutto particolare...».
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Beniamino Servino (San Giuseppe Vesuviano, 1960): LA
CASA DI KRESPEL NEL GIARDINO DI KRESPEL, immagine digitale, 2020.
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Ernst
Theodor Amadeus Hoffmann (Königberg
1776 – Berlino 1882), il racconto “Rat Krespel” (Il Consigliere
Krespel), fa parte della raccolta “Die Serapionsbrüder”
(I Confratelli di Serapione) pubblicata in quattro volumi tra il 1819
e il 1821. La
traduzione di A. Randisi è stata condotta sull'edizione De Gruyer
del 1872.