ISABELLA BRANELLA


Vi sono campi dell'attività umana nei quali non è possibile imporre "Quote Rosa" per legge, l'arte è tra questi e forse non è un caso che "artista" è tra quei sostantivi invariabili con desinenza femminile.
Il segno inciso di Isabella Branella (Giulianova, 1970) è deciso, energico non induce in leziosità, ma, all'occorrenza, sa interpretare e restituire aspetti anche ironici o grotteschi.
Presentiamo un'edizione ricca, complessa nella realizzazione e nei contenuti, un capolavoro d'arte tipografica e incisoria, difficilmente ripetibile, per la quale "l'Ammirazione" dei nostri "Esercizi" diviene devozione verso l'Editore, perché La qualità del buon editore non risiede solo nella scelta di autori validi, ma nel saper individuare l'artista naturalmente più congeniale ad interpretare un dato testo.





- Quando è iniziata e come si è svolta la sua formazione artistica?
- Frequentando l’accademia di Belle Arti di Firenze, ho iniziato a seguire il corso di Incisione del Prof. Alberto Manfredi e mi sono appassionata alle sue lezioni. Un giorno il professore mi ha proposto di pensare a immagini riferite a racconti… Il primo: “Scandalo negli abissi" di Céline, poi “La gatta “di Colette e questi sono stati i miei esercizi in accademia…fino alla prima incisione per un'edizione fuori commercio del racconto “Buongiorno disse Giorgio entrando" di Cesare Zavattini con cui ho avuto modo di instaurare un buon rapporto sempre stimolante e umanamente significativo con MAVIDA.
- Quali sono stati i suoi maestri storici di riferimento?
 -Oltre al mio Prof. Manfredi sono stata sempre attratta dagli artisti dell'espressionismo tedesco, da Max Beckman, Kate Kollwitz, Ensor, Munch, Egon Shiele, poi Matisse…

- Oltre all'incisione quali altre tecniche e forme espressive pratica?
- Ultimamente mi capita più di fare schizzi …magari avere dei quaderni di appunti e disegni, più che dipingere… un tempo dipingevo moltissimo. Per un periodo mi sono interessata di video sperimentali…Da qualche anno mi appassiona anche la MailArt, sperimentare tecniche di collage, poesia visiva seguendo l'ispirazione derivante dai diversi “giochi" di interazione fra i "mailartisti"

- Può dirci qualcosa sul suo processo creativo? Medita sul nuovo lavoro realizzando schizzi di studio (ed eventualmente li conserva o li distrugge?) oppure affronta la tela, il foglio o la lastra d'impulso?
- In genere ho bisogno di fare schizzi, buttare giù diversi disegni, scarabocchi... fin quando non arriva quello che "mi parla" o mi "urla" la sua/mia voce ...Invece se ripenso a quando dipingevo, ricordo che andavo di getto sulla tela bianca….

- Le immagini che accompagnano questa intervista sono alcune delle sue illustrazione per "La Coscienza Smarrita" di Michail Saltykov-Scedrin, pubblicata nel 2011 dall'editore Mavida di Reggio Emilia. Può dirci qualcosa sulla realizzazione dell'edizione? Conosceva già l'autore ed ha proposto lei il testo?
- In realtà non lo conoscevo, sono stati i Mavida a propormi di illustrare questo racconto e come succede sempre, ho accolto con entusiasmo il loro invito a partecipare.

- Saltykov collega la simbolica perdita della coscienza ad aspetti prevalentemente economici che oggi ci appaiono ingenui rispetto a quello che si è visto fare dalla grande finanza e anche per riferisci al campo artistico il senso della coscienza sembra smarrito, penso a certe speculazioni sulle quotazioni o allo stesso senso dell'arte contemporanea. Secondo lei sono cambiati i parametri di valutazione di un'opera d'arte e, a prescindere dal mezzo espressivo, quali aspetti, secondo lei, connotano oggi un'opera d'arte?
- Io chiedo scusa, ma non so rispondere a questa domanda, non ho la competenza per rispondere; il mio “mondo è piccolo", amo disegnare, incidere, partecipare ad azioni e interazioni creative, essere coinvolta in “dialoghi poetici" con chi e con ciò che mi circonda, sentire vibrare l'anima, sentire la “magia", la “poesia", la “voce nascosta"… e tutto questo temo venga tradito, offeso, derubato, snaturato, quando viene fagocitato dai grandi sistemi mai sazi .


- Ha illustrato altre opere letterarie o realizzato cicli conclusi relativi ad uno specifico tema?
- Si… “Buongiorno, disse Giorgio entrando" di Cesare Zavattini, “ Il paradosso sull'attore" di Denis Diderot, “Rimbaud il figlio" di Pierre Michon, “Fiori di maggio" di Yzu , poi ho realizzato incisioni ispirate sempre ad una lettura, come ad esempio: “L'innominabile” di Samuel Beckett, “L'uomo di Kiev “ di Malamud, “Il maestro e Margherita" di Bulgakov , “Il vangelo secondo Gesù Cristo" di Saramago, “Il monaco nero" di Cecov, “Le storie salvano la vita? Quindici racconti di scrittori italiani” , “Senza chiedere il permesso – il mondo bastardo” di Ezel Alcu
 - Quali sono i suoi rapporti con il mercato dell'arte? Ha un mercante o una Galleria di riferimento?
- Non ho rapporti ad essere sincera …


- Oggi, in buona parte, la promozione dell'arte passa attraverso Internet. Lei ha un suo sito personale e quali sono i suoi rapporti con i cosiddetti "social"?
- Non ho un mio sito; ho alcune foto pubblicate qua o là in internet; i social? Un po' li seguo, un po' li uso, ma non tantissimo