ENZO PATTI


Enzo Patti è nato nell'isola di Favignana nel 1947, vive a Palermo dal 1964 ed ha iniziato l'attività espositiva nel 1966 partecipando con continuità a mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Ha insegnato Scenografia presso l'Accademia di BB.AA. di Palermo e ha realizzato scenografie e decorazioni parietali in spazi pubblici e privati. Disegna e dipinge su legni "ri-fiutati" e mano(n)scrive srotoli e libri sfogliabili, spesso con una scrittura asemantica.

- Quando è iniziata e come si è svolta la sua formazione artistica?
- Mi sono trasferito da Favignana, dove sono nato, a Palermo giovanissimo per frequentarvi il Liceo Artistico. Gli anni del Liceo (1964-1968) sono stati anni fondamentali per la mia formazione artistica e professionale: le prime personali e le prime collettive con i compagni sodali, le prime commissioni (ritratti, decorazioni...) e il primo "contratto" (con il corniciaio Salvatore Castagna).
DITTICO, olio su tavola, 2018
Alla fine  degli anni '70 incontrai, per caso a Favignana, il pittore Salvatore Fiume con il quale mi legai subito da amicizia. Fiume mi accolse benevolmente nella sua casa-studio a Canzo e fu mio maestro per un non breve periodo di sperimentazione della Pittura. Fiume presentò poi alcune mie personali (tra cui una allestita allo "Steri" sede del Rettorato dell'Università di Palermo, e mi introdusse nel campo della scenografia. Conobbi Mirella Bentivoglio nel 1985, in occasione della mostra da lei curata, "Il non libro", alla Biblioteca Centrale di Palermo della Regione Siciliana. Bentivoglio mi aprì le porte della "Poesia Visiva" e fu una grande sostenitrice del mio lavoro.
SCALA DEI TURCHI, tecnica mista, 2019
Recentissima, infine, la "scoperta" (2017) dell'esistenza del gruppo facebook Asemic Writing: The New Post-Literate, fondato da Michael Jacobson, dove ho uno scambio vivacissimo e giornaliero con artisti della scrittura asemica di tutto il mondo. In sintesi credo si possa riassumere in questi quattro momenti il mio percorso formativo.


-Il suo rapporto con Salvatore Fiume portò alla realizzazione di dipinti a quattro mani, come si svolse quella esperienza?
- Il pittore Salvatore Fiume amava valorizzare il talento di artisti più giovani di lui e che avevano frequentato il suo studio dipingendo "a quattro mani" con ciascuno di essi grandi quadri. Con me ne realizzò due: "Il ponte sull'isola" e "La piazza dell'isola", ambedue nel 1987. Fu in un fine settimana, a Canzo. Inutile dire che per me fu un'esperienza esaltante lavorare nello stesso spazio pittorico insieme al mio maestro e vedere fondersi in breve tempo alcuni temi architettonici della mia "Capperi" con le sue celebri "Isole di statue". Conservo gli schizzi preparatori a carboncino di Fiume con affetto e riconoscenza.

Olio su tela, cm 310 x 270
- Il nucleo principale della sua mostra presso lo Steri di Palermo era costituito da un grande dipinto con una Trinacria raffigurata tridimensionalmente, può dirci qualcosa su quel dipinto e dove si trova attualmente?
- La "Trinacria" è una grande tela che rimane arrotola (dopo poche mostre) nel mio studio. Avrei voluto realizzarne una versione plastica, in terracotta, o gesso, o altro materiale..., ma non ne sono stato capace
Acquaforte, 1998
- Quale è, o quale è stato, l'aspetto più piacevole nella sua attività artistica?
- È stato, sin dal lontano ingresso al Liceo Artistico di Palermo, e lo è ancora, l'incontro, l'amicizia la stima che mi lega a tantissimi colleghi artisti.


- Può dirci qualcosa sul suo processo creativo? Medita sul nuovo lavoro realizzando schizzi di studio, oppure affronta la tela o il foglio d'impulso?
- Sì, ci penso molto prima di intraprendere un nuovo lavoro ma raramente realizzo schizzi che in qualche modo lo prefigurano. In ogni caso in genere alla fine viene fuori sempre qualcosa di diverso da ciò che mi ero immaginato in principio.
Mi piace (molto) stupirmi nel "fare le immagini" dall'inizio alla firma.
Fogli sciolti o taccuini? Fogli sciolti, decisamente

PORTELLA DELLA GINESTRA, 2012.
- Il suo segno espressivo è fortemente "grafico" anche quando dipinge, le è capitato di illustrare opere letterarie?
- Ho illustrato "Osso, Mastrosso, Carcagnosso. Immagini, miti e misteri della 'Ndrangheta" di Enzo Ciconte, Vincenzo Macrì e Francesco Forgione e "Storia illustrata di Cosa Nostra. La mafia siciliana dal mito dei Beati Paoli ai giorni nostri" di Ciconte e Forgione, ambedue editi dalla Rubbettino, che sono due saggi sulla malavita organizzata nel meridione d'Italia.

- In cosa consisteva "Odori" realizzato con Edoardo Rebulla?
- Odori, Ediprint di Arnaldo Lombardi -1985.
Si tratta di un libro, con prefazione di Leonardo Sciascia, composto da una introduzione di Eduardo Rebulla in cui viene proposta, sul filo del gioco e dell'arbitrio, una “Classificazione degli Odori” a sua volta da me illustrata in 24 tavole.
- Le immagini che seguono sono tratte dal libro "Di Capperi" realizzato in copia unica nel 1980 con disegni originali e pubblicato a stampa, in formato ridotto, dalle "Edizioni Grifo" nel 1990.
Ci racconta come nacque questo progetto?


- Di Capperi, la città fantastica" nacque dal suo supporto. Un amico corniciaio mi propose di acquistare un rotolo di carta telata che gli era stato mandato per errore e io lo presi già pensando che avrei potuto farne un libro. Così lo tagliai in grandi fogli e subito presi a disegnarli, uno dopo l'altro, a pennino e inchiostro, senza un vero progetto... ma solo immaginando di vedere nei resti delle cave di calcarenite di Favignana, l'isola dove sono nato, le tracce di una città abbandonata. Di Capperi è una città fondata sul "non volume" e su una scrittura destinata a divenire totalmente asemantica e cifra inconfondibile dei miei lavori futuri.



- Può spiegarci il concetto di "Scrittura Asemica" in rapporto alla sua espressione artistica?
- La scrittura detta (dalla fine degli anni '90) asemica, è una scrittura senza parole, una scrittura libera rivolta a liberi lettori, composta da segni non appartenenti a un preciso codice, non per questo però insignificanti ma invece aperti a molti significati. Questa scrittura, che pratico ormai da circa 40 anni, bene si sposa con il mio immaginario figurativo e dà luogo talvolta a composizioni di sapore metafisico come quando (nei "Paesaggi asemici") evoca quella "polvere di scrittura" che si posa sulla "città ideale" descritta in "La città scritta, epigrafi e graffiti" di Italo Calvino.


- Cosa passa per la sua mente durante la stesura della sua scrittura asemica? La mano segue il filo di precisi pensieri anche se le parole risultano incomprensibili, oppure la mente vaga indipendente dalla mano che scrive?
- La mia scrittura asemica è un fatto essenzialmente grafico che impegna la mano, gli occhi e - io credo - anche il cuore ma certamente non la mente che vaga liberamente altrove.


- Come si concretizza il suo rapporto con il mercato dell'arte? Commercializza in proprio le sue opere oppure ha un mercante o una galleria di riferimento?
- Il mio lavoro di ricerca finora è stato sostenuto in larga misura dalla mia attività parallela di insegnante scenografo, pittore di interni, illustratore...e, in misura molto minore da pochi amici e da pochi collezionisti. Non ho mai avuto un mercante o una galleria di riferimento.


- Oggi, in buona parte, la conoscenza dell'arte passa attraverso Internet. Lei ha un suo sito personale e quali sono i suoi rapporti con i cosiddetti "social"?
- Non ho un sito personale ma pubblico giornalmente sul mio profilo Facebook e su Instagram tutta la mia produzione artistica.


L'intervista è stata rilasciata tra Aprile e Maggio 2020